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PALAZZO E TORRE TOLEDO

L'eruzione di Monte Nuovo nel 1538 fu un evento relativamente improvviso e spaventoso che, oltre ai notevoli danneggiamenti del tessuto urbano di Pozzuoli, generò sconforto e senso di smarrimento nella popolazione, al punto che molti dei suoi abitanti abbandonarono la cittadina.

Il viceré don Pedro da Toledo, al fine di incoraggiare la popolazione a ritornare presso il luoghi natii e a superare la paura, prese una serie di provvedimenti tra i quali l'esonero del pagamento dei tributi e l'iniziativa di costruire in città la sua residenza.

Questa regale dimora, lussuosa e fortificata, fu frequentata dal viceré e dalla sua famiglia per lunghi periodi, rinnovando l'interesse per l'area flegrea. Infatti diverse nobili famiglie costruirono nei dintorni ville sontuose, in gran parte andate distrutte nel tempo.

Il palazzo fu realizzato su progetto di Ferrante Manlio (noto anche come Ferdinando Maglione) in un'area dove pare già esistesse un presidio aragonese fortificato, inglobando una parte del monastero benedettino andato in rovina a causa degli eventi sismici.

La dimora era circondata da un grande e florido giardino ricco di piante rare e provenienti da paesi lontani. Il palazzo  era composto di numerose stanze, arredate con mobili pregiati e impreziosita da statue, colonne, fontane e reperti archeologici. Numerosi affreschi decoravano le pareti di quasi tutti gli ambienti, alcuni dei quali pare realizzati dal Vasari.

Questo imponente complesso edilizio, oltre alla dimora comprendeva una torre di avvistamento ed un lungo e basso edificio, sviluppato lungo quella che oggi è via Pergolesi, chiamato la cavallerizza e destinato a stalle e ad alloggi militari, che conserva ancora sul portale lo stemma del viceré.

La torre aveva la funzione di controllo sul porto e sul golfo di Pozzuoli nell'ambito di un complessivo sistema di difesa e comunicazione insieme con altre strutture ubicate a ridosso della costa quali il Castello di Baia.

Per tutto il Seicento il palazzo, ancora di proprietà degli eredi del vicerè, ha conservato la sontuosità originaria e dopo il ritorno in Spagna della famiglia Toledo il complesso fu progressivamente trascurato e abbandonato.

Nel Settecento, la torre fu utilizzata come granaio e in epoca borbonica trasformata in carcere annettendovi un altro edificio, con la medesima funzione, che implicò modifiche come la trasformazione della merlatura in un alto muro.

Nel 1870 il complesso edilizio divenne proprietà del Comune di Pozzuoli che lo trasformò in ospedale civile. L'ospedale ha svolto la sua funzione fino al 1970 quando a causa dei danni del bradisismo fu sgomberato e l'edificio fu utilizzato parzialmente con altra destinazione fino al 1984, anno in cui l'accentuarsi dei detti fenomeni lo resero inutilizzabile, rimase intatta solo la poderosa torre.

Nel 2005 il Comune di Pozzuoli con fondi europei trasformò l'edificio in Biblioteca e Archivio Storico e aperta al pubblico nel 2009.

Dal 2011 oltre alla Biblioteca Civica e all'Archivio Storico il palazzo ospita l'Ufficio Beni Culturali e l'Ufficio Attività Multimediali configurandosi così come Polo Culturale del Comune di Pozzuoli.

 

 

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